01 aprile 2009

Se è un pretesto...PAGHI!!!



C'è una proposta di legge presentata da alcuni deputati del Pdl che in questo momento si sta valutando in Commissione giustizia per modificare l'art. 18 della legge n°349 del 1986 (Istituzione del Ministero dell'ambiente e norme in materia di danno ambientale).


Sostanzialmente questi deputati propongono di introdurre la responsabilità processuale delle associazioni di protezione ambientale perchè dicono il "ricorso al giudice amministrativo è sufficiente a impedire o a ritardare la realizzazione di opere pubbliche, senza che sia previsto alcuno strumento di responsabilizzazione delle associazioni di protezione ambientale, le quali, talvolta, presentano ricorsi pretestuosi, con il solo e unico scopo di impedire la realizzazione dell'opera pubblica".

I ricorsi contro opere pubbliche giudicate dannose per l'ambiente sono solo ripicche contro non si capisce bene chi, è questo che si intende?
Si crede che questo «egoismo territoriale» non ha le sue radici in fondate preoccupazioni per ciò che potrebbe modificare al ribasso la qualità della vita. Viene chiamato in causa il famoso effetto Nimby (not in my back yard).. questa psicosi moderna di bloccare qualsiasi cambiamento al proprio territorio.


Non nel mio giardino! Dicono questi psicopatici che non vogliono (cito dalla proposta di legge): rigassificatori, termovalorizzatori, corridoi ferroviari, centrali a biomasse, elettrodotti, autostrade, discariche, inceneritori. Insomma robetta da nulla secondo i parlamentari!


La proposta di legge parla solo delle associazioni descritte all'art. 13 della stessa legge n°349/86 e cioè "le associazioni di protezione ambientale a carattere nazionale e quelle presenti in almeno cinque regioni individuate con decreto del Ministro dell'ambiente", quindi riguarderebbe "solamente" le grandi associazioni. Ma l'art. 18 al comma 5 (quello che si vuole arricchire per "responsabilizzare") tratta il diritto di ricorrere al tribunale amministrativo da parte delle associazioni e anche dei cittadini.
La proposta di legge sembra prendere di mira solo le associazioni descritte all'art.13, per lo meno così recitano i due commi aggiuntivi e così ci auguriamo. Altrimenti ogni decenza democratica sarebbe abbandonata.

E' un metodo per responsabilizzare questi ecologisti pretenziosi, dicono i promotori. Ma in questo modo in caso di “malafede” o di insuccesso giudiziario, le associazioni ricorrenti saranno condannate a pagare le spese processuali e a risarcire i danni. E nei danni è compreso anche il ritardo dei cantieri o la mancata realizzazione dell’opera.
Insomma se sei ricorsa al TAR mia cara associazione di rilevanza nazionale pensaci bene che se lo fai solo per ripicca poi paghi i danni!
Peccato che la credibilità e la coerenza per le associazioni ambientaliste siano in genere valori molto forti, e che cercare di fermare una grande opera è una scelta che non viene presa con leggerezza e che richiede anche osservazioni rilevanti e documentate per poter procedere.

Sembra del tutto inutile e dannosa questa proposta di legge che mette dei freni alle richieste dei cittadini su un tema come l'ambiente. Tema che dovrebbe essere prioritario per la possibilità di un VERO sviluppo economico e non solo per l'ennesima crescita di pochi.





L. 8 Luglio 1986, n°349 La proposta di legge.


2 commenti:

NO TURBOGAS! ha detto...

Cercano in tutti i modi di tagliare le gambe ai liberi cittadini. Questa è un'altra delle loro leggi contro la libertà. ma noi dobbiamo esser più forti! Resistiamo! A proposito il 9 Aprile si va tutti a Roma?

Anonimo ha detto...

l'unico modo per far capire agli italiani il dolore è farglielo provare, e berlusconi ci sta riuscendo alla grande, ho però un solo dubbio, durante e dopo aver provato la sofferenza gli italiani lo ricordranno? sapranno come difendersi per non ricadere nello stesso errore?

Luigi