16 aprile 2009

SI AL NUCLEARE. Per forza.

In una puntata del salotto politico italiano Porta a porta di qualche settimana fà, il ministro Scajola delinea la strategia per il grande ritorno al nucleare italiano. Nell' epoca dei localismi e dell'effetto Nymbi, il Ministro dello SVILUPPO ECONOMICO, ha la soluzione per costruire le centrali: togliere responsabilità al governo e uso della forza per convincere i cittadini. E dico, cos'avremmo mai da lamentrci, noi poveri cittadini, se ci costruiscono centrali nucleari dietro al giardino!!!!

Possono anche essere state parolone, che forse non si avvereranno, ma è terrificante il fatto che abbiano solo il coraggio di esprimerle questa idee!!!!

Con una crisi energetica, economica, finanziaria, di valori, poltica e chi più ne ha più metta parte la gara della soluzione nucleare, e queste miopi persone non vedono quante alternative, CONCRETE e SOSTENIBILI, esistono.
Il passo ulteriore è costringere la comunità ad accettare il mostro, senza ma e senza se. Lo vogliono fare per il nucleare, cosa faranno per il resto? Lascieranno inceneritori, turbogas, cementifici, biomasse in balia della psicosi locale del NO a tutto, come volgarmente viene definita la tutela della propria salute da parte degli"inutili" cittadini?

Il nucleare non è un'energia pulita, c'è il problema delle scorie, e per competere e costruire un "nucleare sicuro" c'è bisogno di una tecnologia che gia potrebbe essere superata nel momento in cui la centrale verrà ultimata.
Come dire: ci metto 20 anni a costruire un cellulare con schermo in bianco e nero che gia si sta facendo il palmare!!!


Perchè si naviga sempre nella direzione sbagliata???













Territori imbavagliati
di RAFFAELE LUPOLI

da http://www.lanuovaecologia.it/


Il governo stabilisce i criteri e le imprese costruttrici individuano i territori dove localizzare gli impianti. Una strategia già sperimentata quindici anni fa in Campania per localizzare gli inceneritori. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma non importa: sui siti per la costruzione di centrali nucleari "decide chi fa impresa energetica". Nel corso della trasmissione tv Porta a Porta il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha sottolineato che il disegno di legge per il ritorno al nucleare prevederà "procedure e criteri di carattere morfologico, geografico, impiantistico, di gestione".


A decidere poi dove costruire le centrali saranno le imprese, che dovranno individuare "il luogo dove sia possibile rispettare" questi criteri. Insomma, la politica non si prende la responsabilità della scelta: va bene il nucleare ma non bisogna perdere voti. E infatti si prevede anche un "contentino" di natura economica. Si cercherà il consenso a livello locale con gli incentivi, ha sottolineato Scajola. Spiegando che anche la popolazione potrà trarre vantaggi dal reattore dietro casa, in termini di sconti "nella bolletta" dell'energia elettrica.
E se neanche lo sconto fosse sufficiente a convincere gli abitanti di una provincia a non opporre resistenze? "Se proprio non si dovesse ottenere il consenso," dice il ministro, "verranno comunque prese decisioni a livello centrale." Alla faccia della partecipazione!

Scajola ha già pronto il piano B: "Potrebbe essere necessario utilizzare gli strumenti previsti dall'articolo 120 della Costituzione per il bene del paese" surrogando le competenze degli enti locali.

Il comma 2 dell'articolo in questione riguarda la sussidiarietà e la leale collaborazione. Vale la pena di dargli una letta: "Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali".

Il governo "federalista", dunque, da una parte sceglie pilatescamente di non scegliere i luoghi che ospiteranno le centrali, dall'altra minaccia l'esercizio dei poteri sostitutivi, espressione di un modello accentrato di governo che mal si concilia con i principi costituzionale di decentramento e autonomia dei territori. Nel caso del ritorno al nucleare toccherà agli addetti ai lavori stabilire se l'eventuale esercizio dei poteri sostitutivi sarà giustificabile con il "pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica" o con "la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica". Una cosa però è certa: i territori che non si comprano si imbavagliano.

1 commento:

NO TURBOGAS! ha detto...

Ma è possibile che non riesco a trovare gli indirizzi mail del Sindaco e degli Assessori del comune di Pontinia? Vi prego ditemi che sono becalino, che sono ciecato e che non ho cercato abbastanza, perchè non voglio crederci che non esistano!